Il blog di Miguel Martinez minacciato e rinato
Una piattaforma al riparo dai capricci altrui.
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Sumûd in arabo, indica l'impenetrabile solidità di cui necessitiamo per resistere al Grande Flusso.
Al momento, stiamo solo caricando su questo blog l'archivio del blog Kelebek di Miguel Martinez, dove invece potrete rivolgervi per fare eventuali commenti.
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From: "Ferdinando Agostinelli" f.agostinelli@i-studio.it
To: kelebek@imolanet.com
Subject: Per Magdi Allam
Date: Sun, 5 Feb 2006 20:13:55 +0100 [una data decisamente avveniristica, comunque il messaggio mi è arrivato stamattina, ndr]Ho sentito il Suo intervento al TG5
E volevo dirLe cosa penso:
VI ODIO, MI DA FASTIDIO VEDERVI PER LA STRADA, VI EVITO,
NON VI ASSUMERO’ MAI, NON MANDERO’ MAI I MIEI FIGLI A SCUOLA CON VOI
V I O D I OI
Internetworking Studio Srl
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Tel. 0652207718 / Fax 0652272393
responsabile Massimo De Serio
Il secondo Moderato, invece, mi scrive:
"baastardo che dio ti inc**i besstiaa sacrilega che lo faccia al piu' presto, la tua ignoranza e' se conda solo alla tua arroganza ti seppelliro in un a bella pelle di magliale ciao"
Siccome sono curioso, e questa mail aveva un mittente - un certo Giovanni De Ficchy - ho fatto una breve ricerca su Google, scoprendo che esiste un assicuratore a Roma che si chiama proprio Giovanni De Ficchy.
Il fratello di Giovanni De Ficchy: In effetti, si tratta di un indirizzo e-mail che usiamo poco. Potrebbe essere stato clonato da qualcuno.
Avvocato: Ma infatti, volevamo solo farle sapere che qualcuno stava usando il suo nome. Non avremmo certo telefonato se avessimo pensato che lei fosse così pirla da scrivere una cosa del genere. E comunque stia tranquillo, la polizia postale potrà risalire al computer da cui è stato mandata la mail, per cui non ha nulla da temere...
Fratello: Aaah... Ma forse è stato qualcuno che è entrato nel nostro ufficio, mentre eravamo fuori a pranzo. Noi lasciamo sempre Internet acceso. Pensa che dovrei fare una denuncia contro ignoti?
Ci auguriamo che, insieme, la polizia postale e il signor Giovanni De Ficchy riescano ad assicurare alla giustizia il Terzo Uomo, entrato di soppiatto dentro l'ufficio solo per sedersi al computer e digitare questa veloce e pungente frecciata contro il sottoscritto.
Scrivere con i guanti per non lasciare impronte, sapendo che in ogni momento il proprietario può entrare in ufficio, può essere molto stressante. E probabilmente spiega le piccole imperfezioni ortografiche che si trovano nel post.
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I dettagli ufficiali, i nomi dei relatori, li potete trovare, in varie lingue tra cui il rumeno e il pashto (non si è antimperialisti per niente), sul sito di Iraqiresistance.
Due anni fa, quando partecipai alla manifestazione del 13 dicembre 2003 per esprimere solidarietà alla resistenza irachena, ci trovammo sotto un attacco concentrico che veniva da destra e sinistra: eravamo diventati, come scrissi, uno psicodramma nazionale. In segreto, alcuni ci dicevano di essere d'accordo con noi, ma che non ci si poteva esporre per una causa così rischiosa. Altri sono semplicemente, e umanamente, scappati a gambe levate. Altri ancora, meno umanamente, hanno paretecipato anche loro al linciaggio.
In effetti, per sostenere una resistenza che praticamente non era ancora iniziata, contro la più grande potenza di tutta la storia umana, bisognava avere profondi motivi ideali, o essere un po' folli.
"Il nemico non deve dubitare che noi saremo la sua nemesi, e che opereremo la sua giusta distruzione. Ci sono molti comandanti regionali che hanno una macchia sull'anima, e stanno alimentando i fuochi dell'inferno per Saddam. Lui e le sue forze saranno distrutte da questa coalizione, per ciò che hanno fatto. Mentre muoiono, sapranno che sono state le loro malefatte a portarli qui. Non mostrate loro alcuna pietà".
Parlando alla rete tv Channel 4, spiega:
"Il pericolo è che potremmo finire sconfitti sul campo. Potremmo essere sopraffatti. L'esercito potrebbe venire cacciato oltre frontiera, in Iran".
Ma soprattutto, a dimostrare una situazione davvero disperata, il comando militare americano è ridotto ad annunciare di aver catturato il trentatreesimo "braccio destro" di al-Zarqawi (ringrazio la splendida Mirumir di questa segnalazione).
Non sappiamo certamente come andrà a finire, ma abbiamo smosso molte acque, attirando le simpatie degli onesti. E anche tra i meno onesti, qualcuno comincia a fare i conti.
Ricordiamo che la conferenza di Chianciano avrebbe dovuto portare una novità assoluta: una proposta di pace rivolta all'Europa, da parte delle grandi forze della resistenza irachena.
Ovviamente l'interesse è ancora maggiore tra alcune frange del centrosinistra, che dovranno pure concordare con qualcuno il ritiro che Prodi ha timidamente promesso.
Abbiamo visto i pacifisti prendere una chiara posizione, mentre Il Manifesto ha seguito il caso sin dal diktat dei Quarantaquattro.
In tutto il mondo, sono ormai decine le organizzazioni che appoggiano le attività dei Comitati Iraq Libero.
Però è una gran bella soddisfazione lo stesso (e devo dire che era ottima anche la cena).
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Gli avversari invece ti pongono uno specchio in cui si vedono solo i tuoi difetti. Proprio per questo, la tua reale bellezza dipende interamente da loro, perché è solo grazie a loro che puoi cambiare qualcosa. Quindi chi ha la fortuna di avere un avversario, se lo tenga ben stretto.
Fatto? Eccoci.
Bene, focalizziamo il discorso. Non stiamo parlando degli Stati Uniti (dove i motori psicologici di fondo sono abbastanza diversi), e nemmeno dei signori dei media o della politica in Italia. Stiamo parlando solo della neoconnarderie di massa italiana; del lettore medio della Fallaci, per capirci. Come canta il grande Georges Brassens:
Le temps ne fait rien à l'affaire
Quand on est con, on est con
Qu'on ait vingt ans, qu'on soit grand-père
Quand on est con, on est con
Entre vous, plus de controverses
Cons caducs ou cons débutants
Petits cons d'la dernière averse
Vieux cons des neiges d'antan
A questo punto, però, Giuseppe sposta lo specchio, e non ci vedo più la mia faccia. Forse il mio avversario dovrebbe cercare di capire meglio lo spirito con cui è fatto questo blog; o forse sono io che dovrei spiegarlo meglio, perché ci sono alcuni equivoci che ricorrono sempre, anche con altre persone, e quindi una parte della colpa deve essere mia.
Parto sempre da un caso singolo. Se possibile un po' bizzarro e divertente. E poi cerco di condividere con i lettori le riflessioni che mi sono nate da quel caso.
Come dice Giuseppe, anche Berlusconi potrebbe sfruttare i "casi patologici": potrebbe prendere un comunista che si crede di essere Michael Jackson e poi lasciarci trarre la conclusione che tutti i comunisti si credano di essere Michael Jackson. In realtà, i comunisti hanno un mare di difetti, ma tra quelli che normalmente hanno, non c'è l'illusione di essere rock star pedofili. Quindi, facendo così, Berlusconi barerebbe.
Potremmo limitarci a segnare inutili punti polemici: "hai visto, i comunisti sono tutti stalinisti!", o viceversa, "hai visto, i comunisti bacchettano quelli che credono ancora a Stalin!"
Prendiamo i "moderati" che di tanto in tanto mi scrivono. E' vero che il 90% delle persone coinvolte nel magma della neoconnarderie non scrive insulti via internet. Però non lo fanno proprio nella misura in cui la loro neconnarderie è trattenuta e inquinata da altre cose. Forse hanno dei dubbi, forse sono troppo civili per lasciarsi andare. Forse temono di essere denunciati, oppure prima di essere dei neocon, sono dei genitori responsabili che devono preparare la pappa al bambino.
Ecco che la patologia ci svela una cosa di enorme importanza, e di cui non ci saremmo accorti altrimenti: l'esistenza di un'immensa fabbrica che produce quei sentimenti e quelle parole.
Su questo blog, ho ospitato lo sfogo di un certo Paolo Bertulessa. Qualcuno mi ha anche chiesto di toglierlo, e qualcun altro potrebbe pensare che io abbia voluto solo dimostrare che la neoconnarderie è composta da un branco di urlatori: cosa non vera, se pensiamo ad esempio a Paolo Mieli, persona in apparenza molto educata.
Ecco che il "fenomeno da baraccone" si trasforma, proprio per la sua natura estrema, in un esempio vivente della normalità dei nostri tempi: se non fosse estremo, sarebbe infatti adulterato da troppi altri fattori.
Può essere che io non mi sia spiegato bene.
Comunque, attraverso il caso indubbiamente pittoresco di Maga Lisistrata, volevo parlare di altre cose. Ad esempio, non è strana la neoconnarderie italica di massa? Un fenomeno senza apparente storia, che pure riesce a mettere insieme radicali e ciellini, e a suscitare emozioni violentissime tra i suoi adepti?
Per concludere, non ritengo che l'astrologia mediatica e la New Age siano fenomeni da "baracconi dei luna-park". Il numero di persone influenzate dall'esoterismo di massa è certamente maggiore del numero delle persone ispirate dalla Fallaci; e l'intersezione tra i due insiemi non è affatto vuota. Poi ci sono altre intersezioni, come quella tra sciocchezze sui nativi americani e sinistra romantica, che critico con altrettanto gusto. Però è significativo (in termini di magma degli scarti culturali) che Maga Lisistrata, compagna di neoconnarderie di un sacco di crociati cattolici, dica, "Mi sento piuttosto vicina agli indiani d'America, sono animista".
Infine, Maga Lisistrata non è così anomala. In Italia diverse decine di migliaia di persone fanno il suo stesso mestiere
Etichette: neoconnarderie, neospiritualismo, occultismo
Lisistrata è un pilastro della neo-connarderie virtuale. Sul suo blog - carico di bannerine "con Oriana", "Amici dell'America", "Amici di Israele" - troverete vari post al giorno, tutti dedicati allo stesso tema: no ai comunisti, no ai musulmani (un tale che lei definisce il proprio "gemellone" dedica il proprio blog invece a combattere i "nazicomunistiislamici", con una sgradevole doppia "ii" che noi risolvemmo già tempo fa con il più elegante termine "islamonazicomunisti").
Come se non bastasse, Lisistrata gestisce anche un sito gigantesco, con chat e forum e una rubrica curata dalla simpatica Deborah Fait, la nonna di tutti i sionisti.
So per amara esperienza quanto sia difficile stare dietro a un sito e un blog. Anche se è vero che Lisistrata in fondo deve solo copiare e incollare gli stessi articoli che appaiono su tutti gli altri blog e siti della neo-connarderie, aggiungendo di tanto in tanto qualche commento come questo:
E ai simpatizzanti dei terroristi: non prendetevi la briga di criticare questo articolo, perché conosco bene la vostra posizione e più criticate, più vi metterò di fronte ai fatti, vi piaccia o meno.
Ora, Dacia Valent, sul suo cattivissimo blog, ha scoperto che mestiere fa Lisistrata: fa la maga.
E cioè, come Lisistrata stessa spiega in un altro sito ancora, in cui compare sotto ben altro nome, la neocon vende:
"Corsi professionali e consulti privati astrologia - parapsicologia - radiestesia
arti divinatorie - psicologia esperienziale"
Potete seguire l'inchiesta sul blog di Dacia, divertente e feroce come al solito, per cui non aggiungo altro.
Ma ne parlo qui perché la faccenda mi ha svelato un piccolo mistero, sulla natura della neoconnarderie. Ecco: la neoconnarderie è una specie di concentrato delle degenerazioni di tutte le più diverse e conflittuali tendenze del nostro mondo, trasformate inesorabilmente in caricatura e in luogo comune.
C'è il bisogno reale di identità, in un mondo spaesato dall'anonimo flusso dei capitali, che diventa solo feroce autocompiacimento e odio.
C'è la grande forza del cristianesimo, trasformata in croci atee da agitare contro i vampiri islamici.
C'è la profonda ricerca di chiarezza dell'illuminismo, che diventa ignorante disprezzo di tutto ciò che è sacro agli altri.
C'è persino un residuo dell'utopia comunista, nella fantasia di spianamento planetaria, che si sposa in maniera inattesa con il messianismo apocalittico americano.
E c'è infine anche un tocco di esoterismo.
Voglio essere chiaro: personalmente, per quel che vale la mia opinione, ritengo che la ricerca esoterica sia sostanzialmente chimerica.
Eppure l'esoterismo costituisce uno splendido sistema mitico e simbolico, che fa risonare qualcosa di molto intimo e ricco che vive dentro di noi. Quello che si prova a cercare di tradurre dall'arabo le formule alchemiche di al-Jabbâr, o a leggere certi vangeli apocrifi, o le riflessioni attribuite a Ermete Trimegisto (non a caso, Ermete è dio dei ladri e degli inganni), non si può dimenticare.
Inoltre il modo di pensare esoterico ha elementi positivi: la ricerca del senso delle cose e delle analogie, il guardare alle trasformazioni, piuttosto che la ricerca di un nemico da demonizzare. E soprattutto il partire dall'anima - in un senso non emotivo - anziché dall'astrazione.
Quindi ho il massimo rispetto per chi segue piste esoteriche con una certa purezza interiore. Badate che non dico i "veri esoteristi", perché non so se esiste un esoterismo "vero"; e non distinguo - come si dovrebbe distinguere - tra chi cerca di capire il cosmo e prendere coscienza, e chi invece fantastica un dominio magico sul cosmo.
Ma tutto questo può degenerare con straordinaria facilità nella démiculture che René Guénon descrisse con grande precisione già una settantina di anni fa nell'Errore dello spiritismo, e che Theodor Adorno analizzò con chiavi diversissime nel suo studio, Stelle su misura. L'astrologia nella società contemporanea. O su un piano più aneddotico, ma profondamente umano, penso a quel piccolo gioiello che è I mercanti dell'occulto dell'esoterista Pier Carpi.
Su queste cose, si oscilla sempre tra l'aderire senza capire, e il deridere - ugualmente senza capire. Eppure basterebbe considerare quanti milioni di italiani sono coinvolti in qualche forma di questa démiculture per farci riflettere un attimo.
Se leggiamo - senza creduloneria, ma anche senza ridere - il testo di una previsione astrologica, oppure le parole di un presunto "spirito dall'aldilà", coglieremo quello che è l'elemento chiave anche della neo-connarderie: l'apoteosi del luogo comune. Adorno diceva che gli oroscopi sono tutti indirizzati a un "vicepresidente"; cioè a qualcuno perfettamente inserito nel sistema capitalistico, che sa di non contare nulla, ma vorrebbe che lo si consolasse, facendogli credere di essere qualcuno. La neoconnarderie parla ai rancori di Fantozzi, l'astrologia lo consola.
Altrove, abbiamo detto che i neocon non sono i figli delle notizie, che anche se censurate sono comunque complesse; sono piuttosto i figli dei titoli dati alle notizie. E sono certo che in molti quotidiani, a scrivere titoli e oroscopi siano le stesse persone. Perché titoli e oroscopi sanno fare da secondo specchio: gli individui moderni rispecchiano, nella loro obbediente incoscienza, il sistema; e desiderano solo ciò che li confermi nella loro schiavitù. Loro, che sono diventati specchi, vogliono vedere se stessi riprodotti all'infinito nelle previsioni di Nostradamus, nei programmi del festival di Sanremo, nelle notizie che ascoltano. Il titolista, o l'astrologa Lisistrata, sono coloro che sanno trasformarsi negli specchi dello specchio.
Come dice Adorno con parole che valgono tanto per l'astrologia di massa, quanto per i neocon:
"Chi vuole sopravvivere nelle attuali condizioni è tentato di 'accettare' simili assurdità, come il verdetto degli astri, anziché penetrarle col pensiero, il che significherebbe disagio in molti sensi. Sotto quest'aspetto l'astrologia è davvero in armonia con una tendenza onnipresente".
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Esisteva un dichiarato progetto di impero universale americano, un'uranocrazia che avrebbe tenuto sotto il dominio implacabile dei suoi satelliti e dei suoi bombardieri, ogni essere vivente su questa terra.
Una forza affascinante e terribile, cui forse solo le parole dell'Apocalisse possono rendere il dovuto onore, perché le immagini religiose esprimono le intuizioni più profonde:
Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini.
Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta.
Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia.
Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte;
e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.
Ma la guerra non è un'astrazione: c'è qualcuno che la fa. E quel qualcuno oggi è l'impero americano. Chi non lo coglie, può solo sfilare, sperare, generalizzare. E alla fine perdersi nella vacuità e nell'impotenza.
Chi ha cercato di fermare l'Impero, invece, sono stati i ragazzi dell'Iraq. Ragazzi molto lontani dai nostri, e che per questo ci fanno un po' paura. Come si cresce dopo tredici anni di embargo, con la tessera del pane e senza sapere cosa sia un ospedale?
Quei ragazzi, nei quartieri senza lampioni, tra l'odore di fogna e quello di tabacco mu'assal che profuma di miele e di rosa, a giocare con i loro domino consunti, ridendo, litigando, sognando, si sono presi sulle spalle il mondo intero.
Nel Signore degli anelli, J.R.R. Tolkien ebbe la splendida intuizione di affidare l'anello a una persona che è insieme profondamente normale, e rappresentativa di un angolo particolare del mondo. Tolkien è stato sfruttato politicamente a destra, ma Frodo Baggins è l'esatto contrario di ogni superomismo estetizzante, l'opposto di D'Annunzio, o del personaggio del mercenario, o del nichilista della creative destruction sognato dai neocon.
In Neve, Orhan Pamuk - uno dei più grandi autori dei nostri tempi - ci racconta di Necip, giovane islamista della profonda e fredda Anatolia, che confida i propri desideri al triste poeta Ka, esule politico di sinistra, vissuto per anni nell'ancora più fredda Germania.
"Voglio sposarmi con Kadife - dice Necip - vivere a Istanbul e diventare il primo scritto di fantascienza islamico nel mondo. So che tutto ciò è impossibile, ma lo voglio lo stesso."
A forza di strappare il hijab a Kadife, potremo insegnare ai Necip di questo mondo a camminare a testa china, a riconoscere il proprio posto di sudditi. Perché l'Islam - mi perdonino i lettori musulmani - è un immenso calderone di cose, come un sogno pieno di immagini e storie, di cui ci ricordiamo appena al risveglio, ma che ci fa sentire partecipi di qualcos'altro.
Eppure, c'è anche del vero nella menzogna.
Prima di morire assassinato da ex-militanti di sinistra diventati sanguinari sostenitori del regime militare, Necip dirà a Ka:
"Ho guardato su un'enciclopedia, la parola ateo deriva dal greco átheos. E quella parola indica non la persona che non crede in Dio, ma la persona sola, abbandonata dagli dèi. E questo significa che l'uomo, qui, non può mai essere ateo. Perché Allah, anche se lo vogliamo, non ci abbandonerebbe mai qui. Per diventare ateo, la persona deve prima diventare occidentale".
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