Brezza d'Oriente
I dettagli ufficiali, i nomi dei relatori, li potete trovare, in varie lingue tra cui il rumeno e il pashto (non si è antimperialisti per niente), sul sito di Iraqiresistance.
Due anni fa, quando partecipai alla manifestazione del 13 dicembre 2003 per esprimere solidarietà alla resistenza irachena, ci trovammo sotto un attacco concentrico che veniva da destra e sinistra: eravamo diventati, come scrissi, uno psicodramma nazionale. In segreto, alcuni ci dicevano di essere d'accordo con noi, ma che non ci si poteva esporre per una causa così rischiosa. Altri sono semplicemente, e umanamente, scappati a gambe levate. Altri ancora, meno umanamente, hanno paretecipato anche loro al linciaggio.
In effetti, per sostenere una resistenza che praticamente non era ancora iniziata, contro la più grande potenza di tutta la storia umana, bisognava avere profondi motivi ideali, o essere un po' folli.
"Il nemico non deve dubitare che noi saremo la sua nemesi, e che opereremo la sua giusta distruzione. Ci sono molti comandanti regionali che hanno una macchia sull'anima, e stanno alimentando i fuochi dell'inferno per Saddam. Lui e le sue forze saranno distrutte da questa coalizione, per ciò che hanno fatto. Mentre muoiono, sapranno che sono state le loro malefatte a portarli qui. Non mostrate loro alcuna pietà".
Parlando alla rete tv Channel 4, spiega:
"Il pericolo è che potremmo finire sconfitti sul campo. Potremmo essere sopraffatti. L'esercito potrebbe venire cacciato oltre frontiera, in Iran".
Ma soprattutto, a dimostrare una situazione davvero disperata, il comando militare americano è ridotto ad annunciare di aver catturato il trentatreesimo "braccio destro" di al-Zarqawi (ringrazio la splendida Mirumir di questa segnalazione).
Non sappiamo certamente come andrà a finire, ma abbiamo smosso molte acque, attirando le simpatie degli onesti. E anche tra i meno onesti, qualcuno comincia a fare i conti.
Ricordiamo che la conferenza di Chianciano avrebbe dovuto portare una novità assoluta: una proposta di pace rivolta all'Europa, da parte delle grandi forze della resistenza irachena.
Ovviamente l'interesse è ancora maggiore tra alcune frange del centrosinistra, che dovranno pure concordare con qualcuno il ritiro che Prodi ha timidamente promesso.
Abbiamo visto i pacifisti prendere una chiara posizione, mentre Il Manifesto ha seguito il caso sin dal diktat dei Quarantaquattro.
In tutto il mondo, sono ormai decine le organizzazioni che appoggiano le attività dei Comitati Iraq Libero.
Però è una gran bella soddisfazione lo stesso (e devo dire che era ottima anche la cena).
Etichette: campo antimperialista, chianciano, esperienze, iraq, Miguel Martinez, resistenza
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