martedì, novembre 13, 2007

Chianciano va a Roma

Post originale tratto dal blog Kelebek di domenica, 18 settembre 2005
Credo che a tutti interessino le ultime novità sul Caso Chianciano, cioè sull'incontro internazionale "Lasciamo in pace l'Iraq" che si sarebbe dovuto svolgere a Chianciano il 1-2 ottobre.

La grande differenza tra questa e tutte le altre manifestazioni contro la guerra era che dovevano parlare agli italiani, e tra di loro, le principali forze della resistenza irachena: sciiti, sunniti, laici, comunisti. Si tratta di movimenti e persone che operano alla luce del sole in Iraq, ma che si oppongono pubblicamente all'occupazione, allo smembramento del paese e al saccheggio delle risorse nazionali. Se non si trovano ad Abu Ghraib, è semplicemente perché sono troppo rappresentativi e forti.

Quando gli americani si ritireranno nelle loro basi, saranno certamente queste forze, e non il cosiddetto "governo" iracheno, a rappresentare il paese. Loro hanno accettato di aprire un dialogo, in Italia, sia tra di loro (nonostante tremende divergenze passate), sia con l'Italia.

Quarantaquattro deputati americani hanno impedito che questo dialogo si aprisse, ingiungendo al governo italiano di bloccare l'incontro di Chianciano.

Il governo italiano ha fatto una scelta astuta: non ha vietato l'incontro di Chianciano, ma lo ha svuotato di significato, impedendo che venissero gli ospiti chiave.

A questo punto, è nata l'iniziativa di uno sciopero della fame davanti alla Farnesina. Mi raccontano che il problema principale di questa iniziativa non era la fame, a cui ci si abituava presto, ma le condizioni di estremo disagio, di giorno sotto la pioggia, la notte a dormire in macchina.

Lo sciopero è continuato per oltre quindici giorni, fino a quando il governo ha lasciato capire che avrebbe concesso il visto a Hajj Ali, l'uomo-fantasma di Abu Ghraib. Con questa specie di pareggio, si è deciso di sospendere lo sciopero della fame. Anche perché era diventato inutile: lo sciopero della fame era stato deciso anche per attirare l'attenzione sul convegno, ma ci hanno pensato giornali e TV a rendere noto il Caso Chianciano proprio mentre lo sciopero stava per cominciare. E questa volta la solidarietà, come si dice nel gergo politico, è stata davvero molto ampia.

Qualcuno dirà che uno sciopero della fame si conduce fino in fondo, o niente. Per me, è meglio che sia finito, l'iniziativa non aveva mai riscosso il mio entusiasmo e ci sono cose più importanti da fare.

Ma se è possibile interrompere lo sciopero della fame, non è possibile fare la conferenza di Chianciano senza gli iracheni, che ne costituivano l'elemento centrale. A parlare dell'Iraq sono buoni tutti...

Quindi, la conferenza "Lasciamo in pace l'Iraq" è rimandata. Si farà più avanti, e si farà, in shâ Allâh con gli iracheni.

E proprio per promuovere quel convegno, si farà un incontro a Roma domenica 2 ottobre alle 10, con i seguenti temi:

"Verso la Conferenza Internazionale - Per i visti ai fratelli iracheni - Per il ritiro delle truppe d’occupazione - Con la Resistenza popolare -Per una pace giusta nel rispetto della sovranità nazionale"

La sede sarà l'Aula magna dell'università valdese, in via Pietro Cossa 40 (zona P.zza Cavour).

Hanno confermato la loro partecipazione:

Haj ALI, vittima delle torture di Abu Ghraib (sempre che il governo mantenga la parola)
Awni al KALEMJI, portavoce dell’Alleanza Patriottica Irachena
Kawthar al KUBAYSI, moglie di Abduljabbar, segretario dell’Alleanza Patriottica Irachena, sequestrato dall’esercito USA il 4 settembre 2004
Abdulhaleem KANDIL, rappresentante di Kifaya, Egitto
Roberto GABRIELE, per i sette scioperanti della fame
Gianni VATTIMO, Filosofo
Giovanni FRANZONI, Comunità Cristiana di Base di S. Paolo
Hamza PICCARDO, Segretario nazionale dell’Unione delle Comunità Islamiche – UCOII
Domenico LOSURDO, Filosofo
Marina BIGGERO, Confederazione Cobas
Vainer BURANI, Avvocato difensore di attivisti islamici
Aldo BERNARDINI, Professore di diritto internazionale
Georges LABICA, Filosofo, Francia
Jan MYRDAL, Scrittore, Svezia.

Presiederanno:

Leonardo MAZZEI, portavoce dei Comitati Iraq Libero
John CATALINOTTO, International Action Centre, USA
Manolis ARKOLAKIS, Lega Internazionale dei Popoli in Lotta ILPS
Wilhelm LANGTHALER, Campo Antimperialista

Prevedo una rumorosa campagna antivaldese nei prossimi giorni, almeno in certi media.

Ma i valdesi hanno resistito per sette secoli a cose ben peggiori degli editoriali di Vittorio Feltri.

Non mancate. In margine, potremmo anche organizzare una cena tra i commentatori più assidui di questo blog, che ne dite?

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