sabato, novembre 10, 2007

Dopo la Beffa, arriva il Complotto (III)

Post originale tratto dal blog Kelebek di giovedì, 15 settembre 2005
Quindi, abbiamo un pittoresco personaggio che va su un forum aperto a tutti per raccontare di come distribuisce titoli nobiliari, e qualche animo poco sensibile ai valori aristocratici che invita, in maniera assai volgare, a tirare lo sciacquone sullo stesso personaggio.

Esiste qualcuno in grado di trasformare il piombo in oro, prendendo questa storia, e facendone un articolo che occupi quasi tutta la pagina di un quotidiano, in cui si denunciano complotti che coinvolgono i no global, i fondamentalisti islamici e neonazisti?

La risposta è sì, se il giornalista si chiama Dimitri Buffa.



valerio fioravanti francesca mambro dimitri buffa massimo palazzi

Massimo Palazzi, Dimitri Buffa, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.
Evidentemente per non inimicarsi ulteriormente il pubblico di Indymedia,
Palazzi adesso posta questa immagine tagliando via i due estremisti di destra
condannati per la strage di Bologna con una discussa sentenza



Il mio primo, meteorico impatto con Dimitri Buffa risale a tre anni fa, quando mi hanno segnalato un suo articolo, o se preferite tre articoli perfettamente identici usciti lo stesso giorno su La Padania, Libero e L'Opinione, in cui parlava di un certo "Miguel M.", ex-membro di Nuova Acropoli, che era appena arrivato in Italia da Marsiglia, e che si apprestava a radere al suolo la città di Firenze, assieme ai militanti del Partito Marxista Leninista Italiano.

Ora, io a Marsiglia ci sono stato per alcune ore in tutta la mia vita, e non ho mai conosciuto un militante del PMLI; infine, la città di Firenze, come può constatare qualunque visitatore, sta ancora in piedi. Però non conosco nessun altro Miguel M. che viva in Italia e sia uscito dalla piccola e molto pacifica setta neoteosofica, Nuova Acropoli, come racconto abbondantemente sul mio sito.

L'articolo, non a caso, era accompagnato da un'intervista a Palazzi. Palazzi parlava e straparlava di me da mesi, sulla sua mailing list, a causa di un breve articolo che avevo scritto su di lui, sul mio sito, nell'autunno del 2001.


Da allora, Palazzi presume che ogni parola critica nei suoi confronti provenga da me, come si può vedere girando per Indymedia. Anzi, ribadisce il concetto proprio nell'intervista sull'Opinione,: "sono da anni al centro di una campagna diffamatoria scatenata contro di me", dice. E scatenata, a suo dire, proprio dal sottoscritto, descritto, un po' bizzarramente, come un "estremista di destra". Purtroppo Palazzi non riesce a capire che lui mi sta, in fondo, simpatico: altrimenti, perché mai scriverei di lui?

Non è facile capire cosa ci sia nella testa di un giornalista come Dimitri Buffa. Le foto ci mostrano un ometto di età indefinita (in realtà, come me, si avvicina al mezzo secolo), che sembra insieme prematuramente invecchiato e un po' imberbe.


Lo potremmo definire disprassico già in fotografia; ma chi lo ha conosciuto dal vivo, ci assicura che lo sembra ancora di più nella realtà.

Eppure gli aforismi che dissemina per la rete ci mostrano un personaggio che vorrebbe, almeno, apparire in tutt'altro modo.


Il suo blog, Drusillo, presenta un numero molto ridotto di post, tutti assai brevi.

Il post inaugurale contiene una minaccia a capo di stato estero, esplicita almeno quanto quella di cui si lamenta Palazzi, anche se meno volgare:


"Drusillo studia ebraico on line alle 5 del mattino di ogni venerdi

Shalom Drusillo e amy Israel chai

Drusillo entrerà nel Mossad e ammazzerà tutti i terroristi del mondo a partire dal nuovo presidente iraniano "

Drusillo-Buffa proviene dalla tifoseria della Lazio e dal Secolo d'Italia, un quotidiano su cui non credo abbiano scritto molti ebrei, per cui è improbabile che questa passione per la lingua ebraica abbia motivi familiari, nonostante quello che sembra un suffisso possessivo apposto al primo sostantivo dello stato costrutto.

Ritroviamo il binomio omicido-sveglia antelucana anche in un altro post, dove però bara un po', lasciando intendere che si svegli alle cinque tutte le mattine e non solo il venerdì:

"prendiamoci la responsabilità di far loro vedere chi siamo noi

gente che si alza alle cinque del mattino come me per studiare l'ebraico, non poveri idioti nulla facenti

il mondo sarà nostro e loro moriranno tutti in carcere o con gli omicidi mirati delle forze di sicurezza anglo-israelo-americane"


Uno così non può che avere idee chiare sui pacifisti:
" E che gli chiediamo a fare di essere laici e moderati agli islamici se poi le vere merde sono le zecche che abbiamo in casa?"

"Zecche", ricordiamo, è il termine in uso tra la parte più politicizzata della tifoseria laziale per definire chi ha idee di sinistra.

Dimitri Buffa ha una grande capacità di sintesi. Così, in poche righe, scrivendo sul blog di Arturo Diaconale, Buffa riesce a esprimere contemporaneamente ben quattro concetti diversi:

a) che vuole andare alla marcia per la pace ad Assisi (come suggeriva provocatoriamente lo stesso Diaconale)

b) vuole però la scorta perché ha paura

c) vuole l'elmetto e le armi perché vuole fare la guerra

d) e rievoca, nell'ultima frase, le proprie radici storiche, che sono marcatamente non ebraiche.



"Voglio la scorta, quelli che marciano per la pace ad Assisi l'11 settembre fianchegiano anche il terrorismo islamico a tempo perso,. guarda quelli di carovana Palestina che hanno raccolto fondi per Hamas. Se siamo in guerra voglio le armi anche io e l'elmetto

libro e moschetto anti terrorismo islamico perfetto

Drusillo"


Evidentemente qualcuno deve avergli combinato un simpatico scherzo, se nel suo post più recente Drusillo scrive, in stile decisamente indymediano (e con un rimando letterario, forse non intenzionale, all'agente Catarella del commissariato di Vigata):

"Mi vedo costretto, dall'infamia di un blogger provocatore e pezzo di merda cui intendo rompere il culo anche legalmente di persona e che ha le corna, avendomi indicato come aderente a una qualsivoglia campagna di boicottaggio contro Israele, a smentire questo ridicolo assunto."

Ricordiamo che Buffa è uscito dall'adolescenza, almeno anagraficamente, oltre un quarto di secolo fa. Ma la tastiera, evidentemente, permette a molti di ritrovare slanci perduti.

Negli stessi articoli-fotocopia del 29 ottobre 2002 in cui attaccava me, Dimitri Buffa cominciò a prendere di mira un pacifico medico omeopata di origini siriane. Come me, questo medico era entrato in conflitto con Palazzi, anche se per motivi molto diversi: io, che non avevo subito alcun torto da Palazzi, avevo semplicemente raccontato in maniera quasi affettuosa le singolari vicende di un personaggio divertente; mentre il medico aveva avuto occasione di conoscere un altro lato di Palazzi, assai meno divertente, su cui sorvolo.

Buffa, nel suo articolo-fotocopia e in altri successivi, faceva capire che, secondo segretissimi rapporti che non meglio precisati servizi avrebbero consegnato solo a lui, questo signore stava comprando l'acqua potabile di tutta l'Italia, per avvelenarla.

Ci si è messo in seguito anche Palazzi, parlando di sospette "esercitazioni di astensione dall'acqua del rubinetto e di acquisto di scorte d'acqua minerale da parte di alcune strutture lombarde della rete dei 'fratelli musulmani' ".

Anche premesso che una persona moderatamente benestante possa comprarsi tutta l'acqua potabile d'Italia, rimane da chiedersi come si facciano gli avvelenamenti omeopatici.

Presumiamo che si debba procedere così.

Si mette l'acqua d'Italia in un posto ben nascosto; seguendo i principi di Hahnemann, ci si introducono pochissime gocce di un prodotto antiveleno, e si mettono molti, ma molti terroristi a scuotere energicamente il tutto. Una flotta di camion di al-Qaeda distribuisce l'acqua alla popolazione italiana, ridotta nel frattempo a bere Coca Cola e vino.

Nella logica delle persone semplici, chi terrorizza le persone - diffondendo simili voci - dovrebbe essere considerato un terrorista.

Ma noi non siamo persone semplici, e quindi non chiameremo Buffa e Palazzi "terroristi".

Comunque sia, appena due giorni dopo aver lanciato la campagna sull'avvelenamento idrico, come abbiamo visto, su ben tre quotidiani con articoli-fotocopia, identici anche nelle virgole, Abdul Hadi Palazzi ha premiato Dimitri Buffa, nominandolo

"Cavaliere d'Onore dei Principi Salomonici di Shekal, con diritto a fregiarsi dello Scudo, della Fascia e del Berretto del [sic] Shekal di Primo Grado."

dimitri buffa


Dimitri Buffa, ancora senza scudo, fascia e berretto, diventa Cavaliere del Shekal
(sul diploma la "h" è stata pietosamente abolita, mentre compare sul comunicato)

Nel caso ci fosse qualche dubbio sul motivo per cui Dimitri Buffa aveva acquisito il diritto di girare per Roma con lo Scudo del Shekal, il testo del conferimento precisa che è:

"per la dedizione all'infornazione corretta, alla disintossicazione degli estremisti, allo sradicamento del pregiudizio".

Questa dedizione all'informazione corretta è arrivata alla fine al tribunale di Monza, sezione di Desio.

Buffa ha chiamato come testimone un presunto generale dei carabinieri, esperto di cose segretissime.

Il giudice, quando nel luglio scorso ha condannato Buffa e il direttore responsabile di Libero per diffamazione, con pagamento di un consistente indennizzo alla parte lesa e alle spese legali, non deve aver gradito molto il fatto che i carabinieri, interpellati, abbiano risposto che non esiste alcun ufficiale dei carabinieri, né in servizio né in congedo, con il nome del presunto testimone citato da Buffa.

Ma cercando di capire meglio la personalità di Dimitri Buffa, ho scoperto un aspetto profondamente inquietante, che riguarda da vicino alcune vicende che abbiamo seguito tutti in queste settimane.

Sarà l'oggetto del prossimo post.

Alla prima puntata

Alla seconda

Alla quarta

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