martedì, novembre 13, 2007

Dopo la beffa, arriva il Complotto (IV)

Post originale tratto dal blog Kelebek di sabato, 17 settembre 2005


Lettera aperta ad Arturo Diaconale,
Direttore dell'Opinione



Caro Arturo,

Credo che ci possiamo dare del tu, visto il nostro ormai pluriennale rapporto. Sono, infatti, il terrorista islamonazicomunista preferito del tuo giornale. Inoltre, io ho un semplice blog, mentre tu dirigi il San Marino dei quotidiani italiani, per cui tra piccoli ci capiamo.

So di non rubarti tempo, visto che il tuo giornale ha dedicato molte ore di lavoro dei suoi giornalisti a me, per spiegare ad esempio come io abbia progettato, nel lontano 2002, di mettere a ferro e fuoco Firenze, e adesso per spiegare che io sarei al centro di una campagna per unire l'ala estrema dei no global, il Campo Antimperialista, l'onorevole Dacia Valent, Indymedia, l'Ucoii e i neonazisti di tutto il mondo contro un simpatico signore romano che dispensa presunti titoli nobiliari somali. Ricordiamo che il signore in questione ha dispensato il titolo di Cavaliere dello Shekal anche a qualche tuo giornalista.

Mi dicono che il tuo giornale chiude alle quattro del pomeriggio, per cui hai sicuramente molto tempo per leggermi.

Inoltre, visto che tutti in questo periodo parlano di avvocati, preciso che non ho alcuna intenzione di denunciare il tuo giornale per l'ultimo articolo che hai fatto pubblicare sul mio conto.

Ti scrivo per un altro motivo.

Alcuni giorni fa, un tuo giornalista, Aldo Torchiaro, ha scritto, in base a conclusioni tratte da un giro di alcuni minuti su Internet, che un'associazione perfettamente legale in Italia avrebbe usato alcuni soldi per comprare "tritolo, kalashnikov e berette nostrane" per i "tagliagole di al-Zarqawi".

Con dieci ulteriori minuti spesi su Internet, Torchiaro avrebbe scoperto che l'associazione in questione è totalmente contraria alla politica di al-Zarqawi.

Ma anche se non lo fosse, non sarebbe facile fargli pervenire i soldi.

Infatti, nemmeno la CIA sa dove si trovi, o se esista, al-Zarqawi (hanno distrutto una città di 300.000 abitanti solo perché accusata di ospitarlo, e lui non c'era). I soldi in questione si trovano tutti su un conto in Italia, bloccati da un'inchiesta della magistratura. Solo dopo che Torchiaro aveva scritto quelle parole (e un analogo articolo sull'Opinione), la magistratura ha dissequestrato il conto, non avendovi trovato nulla di illegale.

Proprio ieri, invece, sull'Opinione Aldo Torchiaro ha collegato, come "coincidenze inquietanti", l'esplosione di una bomba-souvenir (gli stessi inquirenti escludono che sia stato un atto di terrorismo) nella caserma dei carabinieri di Latina, con il fatto che sempre a Latina dovrebbe tenere un comizio Gianfranco Fini, e questo con il fatto che fosse stato Fini a negare i visti per il convegno di Chianciano sulla resistenza irachena.

Preso dall'eccitazione, Torchiaro ha perso così di vista una "coincidenza" molto più preoccupante: Gianfranco Fini è stato l'unico uomo politico di destra a contraddire il cardinale Ruini sulla procreazione medicalmente assistita. Per un giornalista che pretende di essere "laico", è un'omissione gravissima.




aldo torchiaro vaticano

Inquietanti coincidenze. Perché Aldo Torchiaro cerca di insabbiare la pista clericale?


Mi sono chiesto perché un giornalista, certo dal carattere focoso e facile da ingannare, ma sicuramente non di animo malvagio, come si vede chiaramente dalla foto sul suo blog, possa prendere tali cantonate (voglio ritenerlo in buona fede, escludendo che egli cerchi deliberatamente di coprire manovre clericali).

Adesso credo di capire.

Tu e io conosciamo ormai bene le condizioni di Dimitri Buffa (il Cavaliere dello Shekal), e quindi ci possiamo capire al volo. Nel caso non ne fossi pienamente al corrente, puoi andare a vedere sul suo blog, che viene linkato direttamente dalla home page del quotidiano che tu dirigi.





dimitri buffa
Dimitri Buffa si presenta senza occhiali su un forum del Partito Radicale


Ora, su quel blog leggo una frase che mi ha fatto gelare il sangue. In un recente post, Dimitri Buffa sostiene l'esistenza di una "campagna di minacce di delegittimazione" contro certi giornalisti,


"a cominciare da Aldo Torchiaro, mio sottoposto a L'opinione, minacciato dalla figlia di Siad Barre per conto della Islamic anti defamation league"

Tu starai sicuramente ridendo, pensando alla beffa in cui è caduto Torchiaro, per mano dell'inesistente "figlia di Siad Barre".

Io invece sono rimasto profondamente colpito dall'espressione, "Aldo Torchiaro, mio sottoposto".

Come sai - perché lo hai fatto pubblicare sull'Opinione - io ho passato diversi anni in una setta.

Uno degli aspetti più profondamente negativi di ogni setta consiste proprio nel meccanismo gerarchico, che permette a persone limitate, o con disturbi psicologici, di sentirsi realizzate per il solo fatto che altre persone siano loro "sottoposte".

Questo innesca un meccanismo terribile, in cui il sottoposto può commettere anche follie pur di somigliare appunto a chi lo sottomette; mentre colui che sottomette vive nella perenne paura di venire superato da qualcuno più intelligente o meno turbato di lui.

E così, chi si trova in posizione dominante gareggia con il proprio sottoposto nel farsi notare: il risultato non può che essere una catastrofica gara di autodistruzione, tra dominante e dominato.

Nelle parole di Dimitri Buffa, ne riconosco tutti i sintomi. Credo che sia urgente, per la salute del tuo giornale, di Aldo e dello stesso Buffa risolvere il problema, prima che sia troppo tardi.

Senza giri di parole: devi liberare Aldo.

Non si può permettere che Aldo continui a passare gli anni migliori della sua vita inventandosi scoop che rendono ridicoli sia lui, che il tuo giornale, solo per imitare e compiacere il suo superiore, che si dedica nel contempo alle più folli invenzioni, pur di mantenere l'altro nella sua posizione di sottoposto.

Non sto dicendo che il vostro giornale non debba più occuparsi del mio blog, o il mio blog del vostro giornale: come dicevo, tra piccoli ci capiamo.

Suggerisco semplicemente di dividersi i compiti; vorrei che da ora in poi a occuparsi di me fosse esclusivamente Aldo Torchiaro. Mi sentirei più tranquillo in sua compagnia che in quella di Buffa, come - penso - chiunque.

E sarei anche disposto a raccontare a Torchiaro tutto della vita di un traduttore di manuali tecnici. Un traduttore di manuali tecnici che, per inquietante coincidenza, ha anche visitato New Orleans pochi decenni prima che Katrina la distruggesse.

In attesa delle tue decisioni, permettimi di esprimere tutta la mia
SOLIDARIETA' AD ALDO TORCHIARO!

Etichette: , , , , , , , ,