domenica, ottobre 28, 2007

Cecilia Gatto Trocchi

Post originale tratto dal blog Kelebek di mercoledì, 13 luglio 2005
Ieri sera ho saputo che l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi si è uccisa.
Lanciandosi dal quinto piano, con in mano la foto del figlio morto in un incidente un paio di anni fa.
Su Paniscus, potete leggere alcune note e riflessioni sulla Cecilia Gatto Trocchi, che condivido in pieno.

Non posso dire di aver conosciuta bene Cecilia.

Però l’ho incontrata più volte, visto il nostro comune interesse per l’argomento delle cosiddette “sette” e altre stranezze. Me la ricordo come una persona splendidamente frivola: i suoi vestiti, come i suoi racconti, erano sempre molto colorati. Ma con una curiosità e un amore per la vita e per il bello insaziabili, che si accompagnava a un ricco senso dell’umorismo, con un'incessante alternarsi di profondità e superficialità.

Nessuno al mondo saprà mai dire che cosa realmente volesse o pensasse, o – come amano dire gli ortodossi di ogni risma – “da che parte stesse”. Ma anche se ha sempre lasciato perplessi e confusi tutti, la cosa non mi dispiace affatto, perché nessuno sa davvero “da che parte stia” la vita.

Cecilia si era spenta irrimediabilmente dopo la morte del figlio. Ci siamo visti un’ultima volta, per puro caso, quasi due anni fa.

Mi chiese di telefonarle qualche volta.

Non l’ho mai fatto.

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