sabato, ottobre 27, 2007

Panico in rete

Post originale tratto dal blog Kelebek di mercoledì, 08 giugno 2005
In questi giorni, si sente tutto un guaire sul fronte degli islamofobi. Gente che fino a ieri invocava espulsioni e arresti in massa delle persone provenienti da paesi islamici, oggi invoca la "libertà di opinione". Fatevi un giro sui blog per credere...

Alla radice di tutto questo, la comparsa dell'Islamic Anti-Defamation League, che sta seminando panico (e vittimismo) appellandosi semplicemente (e con molta diplomazia e disponibilità al dialogo) alla legge, in particolare alla Legge Mancino che colpisce la "discriminazione razziale, etnica e religiosa". Vi lascio seguire gli sviluppi - alcuni assai divertenti - sul blog di Sherif, e passo a un paio di commenti miei.

Sul blog di Peacepalestine, apprendiamo che Edgar Morin, intellettuale di origine ebraica, è stato condannato in base al cugino francese della Legge Mancino, per "diffamazione razziale", in base a due frasi apparse sul giornale Le Monde. Eccole:

"E' difficile immaginarsi come una nazione di profughi, originata da un popolo che è stato perseguitato più a lungo di qualunque altro nella storia dell'umanità, che ha subito le peggiori umiliazioni e il peggiore disprezzo, abbia potuto trasformarsi nell'arco di due generazioni in un popolo dominatore, sicuro di sé e, con l'eccezione di un'ammirevole minoranza, in un popolo che è arrogante e trae soddisfazione dall'umiliare".

"Gli ebrei, che erano vittime di un ordine spietato, imposero un ordine spietato ai palestinesi".


I signori dei blog islamofobi alzino il mouse per dire cosa pensano di questa sentenza. Se non hanno niente da obiettare, possiamo usare queste due frasi, spannometricamente, come criterio per giudicare anche i siti islamofobi. Ditemi voi se la Fallaci, o i blog islamofobi, si esprimono in genere in maniera più oppure meno "diffamatorio" o "discriminatorio" verso i musulmani, di quanto si sia espresso Morin verso gli ebrei. Come dice Dacia Valent, "Ogni volta che trovate un post, o una mail, o magari semplicemente una scritta sui muri contro i musulmani, provate a sostituire la parole con ebrei, ebraismo, giudaismo."

Seconda considerazione. "I musulmani non sono una razza, quindi li possiamo insultare come ci pare", è in sostanza la difesa degli islamofobi. Hanno ragione: le razze sono esistite solo nella testa di Adolf Hitler, quindi a rigore non può esistere la discriminazione o la diffamazione "razziali". Allora, se io dico che "i gialli sono schifosi vermi che non dovrebbero esistere?" non sono razzista, semplicemente perché "i gialli" non esistono?

La questione non è così semplice. Perché se non esistono le razze, esistono eccome i razzisti. Cioè persone che definiscono a proprio piacimento un gruppo di persone in base alle sue origini, e ci riversano sopra tutto il proprio astio. I "gialli" non esisteranno, ma lo specifico cinese che io accuso di essere un oppiomane pedofilo agente di Mao, "come tutti i gialli", sicuramente esiste.

In questo senso, non c'è alcuna differenza tra avercela con "gli ebrei", "i terroni", "i musulmani" o "gli zingari".

Terza considerazione. Ho sempre detto che sono contro tutti i reati di opinione, legge Mancino compresa. Ma se la legge c'è, e se il novanta percento della "discriminazione su basi razziali, etniche e religiose" in Italia è oggi diretta contro persone di fede islamica, non vedo perché non debba valere anche per i musulmani.

Comunque, siccome da ogni male può sempre nascere un bene, invito gli islamofobi che oggi se la prendono con la legge Mancino a unirsi nella lotta per abrogare tutti i reati di opinione e associativi. C'è il "vilipendio alla religione", c'è il "vilipendio alla bandiera nazionale o ad altro emblema dello Stato" (pena di base anni tre), c'è l'"offesa al Capo di Stato"...

Ma anche e soprattutto - ripeto - c'è la "associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico", punibile con pene dai sette ai quindici anni. Ora, nessuno ha definito che cosa sia il "terrorismo"; e una simile legge può tranquillamente colpire chi si "associa" pacificamente in Italia, senza violare alcuna legge del nostro paese, a persone che si oppongono a una dittatura all'altro capo del mondo. Anzi, non è necessario nemmeno "associarsi", c'è anche una pena non lieve per "assistenza agli associati".

Diritto di critica, diritto di scrivere sciocchezze a tutto spiano, a frequentare chi vogliamo. Io preferisco un mondo in cui si leggano idiozie su chiunque, ma in cui non si vada in galera per aver offerto il pranzo a un oppositore del regime di assassini e torturatori che vige nella Tunisia "amica" e "moderata".

Però senza usare due pesi e due misure. Chi non obietta al principio stesso del reato di opinione e del reato associativo, si becchi il signor Mancino. Non so se lo merita nessuno, forse; ma se qualcuno se lo merita, sono certamente gli islamofobi cartacei e internettari.

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