La mamma di Cogne, Giuliana Sgrena e un mio amico
Non ho mai visto Gianluca Preite, ma me lo immagino timidissimo, con i capelli molto corti e un grosso distintivo della FBI su un cappellino comprato al negozio di articoli militari. Comunque sia, questo individuo fino a quel momento praticamente sconosciuto si è presentato qualche giorno fa alla Procura di Roma, accompagnato da un individuo molto più noto, l'avvocato Carlo Taormina.
Carlo Taormina, mentre annuncia al mondo che dirà il nome del vero assassino di Cogne
Questa volta la Mamma di Cogne non c'entra. Taormina e Preite hanno raccontato ai magistrati che il signor Preite, hackeggiando per Internet, avrebbe intercettato in qualche misterioso modo una telefonata in italiano tra un mio amico - un simpatico ristoratore di Foligno, di nome Moreno Pasquinelli - e i rapitori di Giuliana Sgrena, in cui il mio amico umbro avrebbe dato l'ordine di sparare alla povera giornalista: me lo immagino, con il suo vivace accento romano-umbro e i clienti che lo interrompono per chiedergli dove sta l'aceto.
"Scoprono che l´ingegnere [Preite] ha dei precedenti, perché agli inizi del febbraio scorso, la procura di Chieti lo ha messo sotto inchiesta. Accertano che, in quell´inchiesta, Preite è finito per non aver pagato un conto di albergo e che nella sua abitazione, è stata trovata, una uniforme della finanza e un badge contraffatto del Sismi. I pubblici ministeri di Roma si convincono che Preite sia il terminale di una operazione di disinformazione e lo iscrivono al registro degli indagati per «accesso abusivo al sistema informatico» (La Repubblica, 6 aprile 2005).
Si tratta di un'organizzazione che sostiene che esiste il diritto di resistere all'invasione e al saccheggio. Più o meno gli stessi concetti espressi secoli fa da Tommaso d'Aquino, o da Grozio, solo che adesso sono uno scandalo perché la sopraffazione è la regola.
Per condurre questa inutile inchiesta, gli inquirenti avevano fatto, con i nostri soldi, la bellezza di 75.000 ore - pari a otto anni e mezzo - di intercettazioni telefoniche, pedinamenti e affini.
Ora, sono due anni che questo piccolo movimento dell'estrema sinistra italiana è il bersaglio di una serie di attacchi che si possono solo definire demenziali. Sul mio sito ho messo un resconto dettagliato di quello che ho chiamato lo psicodramma nazionale; ma in breve, l'assalto lo ha cominciato nientemeno Paul Weyrich, fondatore del più grande think tank della destra americana.
Mai vista un'orgia del genere, che mi ha almeno rivelato che alcune delle persone più potenti del nostro paese non sono solo cattivi e bugiardi, ma anche al limite della follia: in tutti gli attacchi, c'era sempre lo stesso stile grottesco che abbiamo visto nel caso del povero Preite. Solo che un conto è sparare a caso dalle cannoniere di un quotidiano, un altro è andare da un magistrato.
Infatti, Taormina prima di lanciarsi a testa bassa in questa impresa, avrebbe dovuto consultare Google. Dove avrebbe scoperto che non furono gli iracheni a sparare a Giuliana Sgrena. Ma gli americani.
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