La fabbrica del terrore
Come chi l'altro ieri ha gettato nel panico la città di Roma: SMS e telefonate a raffica, i musulmani hanno avvelenato l'acqua, non la bevete!
In realtà non è la prima volta che gira una storia del genere: nel 1348, gli europei scoprirono che erano i membri di un'altra minoranza, gli ebrei, ad aver introdotto la peste, avvelenando i pozzi. Con l'ausilio di metodi alla Abu Ghraib, i magistrati riuscirono a estorcere anche qualche confessione, e i presunti colpevoli furono messi debitamente al rogo.
A volte, però, i seminatori di panico hanno un nome e un cognome.
Prendiamo ad esempio la signora Claudia Passa, una giornalista che sul Giornale del 29 luglio scrive:
"I nostri 007: ai no global arrivano dal partito di Saddam fondi per la propaganda contro le strutture che accolgono gli immigrati irregolari"In tempi normali, si prenderebbe questa frase per una battuta di Sabina Guzzanti. Ma questi non sono tempi normali.
Per Claudia Passa, il ministro degli interni Pisanu
"Molto probabilmente era stato informato sugli ultimi dati raccolti dall'intelligence occidentale, e in particolare dai servizi segreti italiani, a proposito della "sponsorizzazione economica" che sarebbe stata alla base del fermento di alcune entità (dai no global agli anarchici) contro i centri di prima accoglienza per gli extracomunitari sbarcati nel nostro Paese.Nell'articolo si parla anche dei "Centri di permanenza temporanea", della "guerriglia" irachena e del "giordano Abu Musab al-Zarqawi".Dietro tale agitazione, secondo una recente informativa, vi sarebbero i fantasmi del partito Baath iracheno. I "reduci" della formazione politica di Saddam Hussein […] attraverso una complicata distribuzione di società avrebbero infatti attivato canali finanziari per foraggiare economicamente la campagna di disturbo portata avanti nel nostro Paese dai gruppi dell'estrema sinistra contro le politiche dell'immigrazione del governo."
È un articolo di grande fascino. Proprio perché non ha assolutamente nulla di originale. L'articolo di Claudia Passa sembra lo stampo su cui innumerevoli altri (come Magdi Allam, o Francesco Battistini, o Dimitri Buffa, o tanti altri) lavorano per diffondere la degenerazione generale. Una sorta di fabbrica del terrore, nel senso di fabbrica che produce racconti che spaventano la gente.
Claudia Passa compie, con vera destrezza artistica, tutta una serie di operazioni, che è importante capire se non vogliamo restarne ammaliati.
Scene di morti in Iraq, scippi per strada, non se ne può più, un caldo afoso da morire, avvelenatori, fanatici, beduini lavavetri ai semafori, negozietti di kebab, sull'autostrada non finisce mai questa coda, le zanzare quest'anno sono il doppio di quelle dell'anno scorso…
Claudia Passa riesce a prendere questo ribollente brodo primordiale, e dargli un ordine.
Tutto viene delicatamente tessuto insieme, e il risultato alimenta il panico generale. Ma il panico alimenta anche la nostra scrittrice, perché se non ci fosse già il panico, lei tornerebbe a occuparsi (come fa con dignità) dei problemi dei giornalai romani che non gradiscono le nuove norme comunali sulle strutture dei chioschi.
Allo stesso tempo, Claudia Passa razionalizza e giustifica il panico. Il suo lettore, per capirci, sarebbe una persona del tutto normale, se non passasse diverse ore al giorno a borbottare fra sé e sé, "io l'ho sempre detto che lo zingaro che mi rompe chiedendo l'elemosina era un agente segreto dei comunisti". E infatti, il lettore trova nei "soldi di Saddam" una spiegazione in un certo senso coerente dei suoi problemi.
Claudia Passa poi affronta e risolve un problema non da poco. In qualche lontano angolo del mondo, esiste un paese, l'Iraq, che si faceva decisamente i fatti suoi, finché gli Stati Uniti non hanno deciso di invaderlo, bombardarlo, sfasciarne l'economia e ammazzare almeno centomila dei suoi abitanti, trascinando il resto del mondo nel caos.
L'italiano medio si chiederà, ma perché ci devo rimettere pure io? Claudia Passa glielo spiega, dicendo che Saddam Hussein, dal suo carcere di ipersicurezza, sta pagando i cattivi che girano per le nostre strade.
Claudia Passa riesce poi a spiegare come mai ci siano persone che protestino contro i luoghi in cui vengono rinchiusi gli immigrati. Semplice: lo fanno perché sono pagate. E quindi non c'è bisogno di cercare alcun'altra motivazione.
Una volta, se un contadino calabrese occupava un terreno incolto, era perché veniva pagato da Mosca per farlo. Oggi, se un giovane che fa volontariato protesta per le condizioni nei CPT, è perché prende i soldi da Baghdad.
È un'enormità dire che le migliaia di italiani - cattolici, di sinistra, legati al volontariato e altro - che protestano contro le condizioni disumane in cui vivono gli immigrati fanno parte di un fantastico complotto iracheno e prendono soldi in segreto dal "terrorismo".
Sarebbe come scrivere che Forza Italia gestisce il mercato della cocaina in tutta Italia, insomma.
Le affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Claudia Passa sorregge la sua tesi su un solido e credibile nulla.
Infatti, le sue uniche fonti sarebbero "i nostri 007", o "gli ultimi dati raccolti dall'intelligence occidentale". La cosa dà una certa aria alla signora Claudia Passa, che può sembrare per un momento una di quelle affascinanti signore che facevano compagnia allo 007 originale.
Una fonte confidenziale svela il complotto anarcosaddamista alla nostra giornalista
Ma citare "i nostri 007" ha lo stesso valore che dire, "me lo ha detto un extraterrestre". È impossibile chiedere conferme agli uni o agli altri. E infatti è una delle tecniche letterarie preferite di Magdi Allam.
Se io dico che Forza Italia gestisce il mercato della cocaina in Italia, arriva l'avvocato dell'avvocato di Berlusconi e mi trascina - giustamente - in tribunale, dove un giudice poi - giustamente - mi condanna per aver detto una grossissima balla.
Perché ho detto il nome di "Forza Italia", che è una cosa ben precisa.
Invece Claudia Passa, acrobatica come sempre, parla genericamente di "no global", "gruppi dell'estrema sinistra", "anarchici". Cioè di tante persone concrete, ma senza citare alcun nome preciso.
E quindi non c'è nessuno che la possa denunciare.
Ma tutti possiamo almeno segnalarla agli storici del futuro.
Forse un giorno Claudia Passa sarà studiata da chi cerca di capire gli orrori del ventunesimo secolo, allo stesso modo in cui si sono studiati i Protocolli dei Savi Anziani di Sion per capire gli orrori del ventesimo secolo.
Etichette: giornalisti cialtroni, islamofobia, terrorismo
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