Il Pentacolo dell'Odio e la paura della legge
La colpa di questa situazione, per il 30 percento, è dei normali problemi che sorgono ovunque tra comunità dalla diversa storia. Per il 70 percento, è dei media.
Nel 2001, il razzismo e la xenofobia sono stati resi rispettabili da Ferruccio de Bortoli, allora direttore del Corriere della Sera, che ha approfittato del triste caso umano di Oriana Fallaci, nella maniera che ben conosciamo.
Sotto, quattro quotidiani, di cui due praticamente virtuali: Libero, L'Opinione, La Padania e Il Riformista.
Ecco qualche impresa del Pentacolo dell'Odio, giusto perché tutti abbiano ben chiaro di cosa stiamo parlando.
Un pacifico insegnante no global di Roma si trova citato, con tanto di nome e cognome, come autore della frase "Hitler non aveva tutti i torti". Una frase inventata di sana pianta, sparata così a centinaia di migliaia di lettori.
Un ragazzo viene fermato per strada dalla polizia, che gli trova nella macchina una borsa piena di spiccioli, il frutto di una colletta fatta nella moschea per i poveri. Il fatto viene presentato come prova che le "moschee finanziano il terrorismo".
Un'antropologa viene intervistata, con evidente approvazione del giornalista, mentre spiega che la legge dovrebbe vietare agli stranieri di comprare casa in Italia.
Esiste un solo modo per difendere la civiltà, in queste condizioni. E consiste nell'usare la legge. Che, sostanzialmente, vieta di demonizzare collettivamente persone la cui unica colpa è quella di essere nate con la pelle di un colore diverso, o in una religione diversa.
Il Pentacolo dell'Odio ha finora goduto di un'impunità quasi completa, perché muratori clandestini, zingari che vivono in campi precari tra i topi, operai che parlano male l'italiano, non hanno la minima idea di come difendersi. Ritengono che sia più saggio chinare la testa o spostarsi altrove, piuttosto che ricorrere alla legge, che pure starebbe dalla loro parte.
I casi seguiti dall'IADL li potete trovare sui blog di Sherif. Hanno cominciato mandando un gran numero di lettere a persone che ritengono normale scrivere, ad esempio, che le donne musulmane dovrebbero essere fatte abortire a calci in pancia. Poi sono passati alle denunce. E alla fine istituiranno un numero verde, dove tutti quelli che il Pentacolo dell'Odio ritiene non abbiano diritti, potranno scoprire di averne.
L'ultima "vittima" dell'IADL si chiama Aldo Torchiaro, un giornalista che parla di "libertà" e chiede regolarmente che vengano messe fuorilegge le persone che non condividono le sue idee politiche. E fin lì, pazienza.
Per capirci, io trovo perfettamente legittimo dire che Aldo Torchiaro è un cialtrone. Non troverei legittimo dire che Aldo Torchiaro è un cannibale e un serial killer. Forse lo è, ma non mi sognerei di dirlo in mancanza di qualunque prova. Al massimo potrei dire, "non so se Aldo Torchiaro sia o meno un cannibale o un serial killer".
Aldo Torchiaro ha preso il tutto come una "minaccia", anzi... una "fatwa". Evidentemente, per lui la legge vale solo per gli Übermenschen, quindi l'idea che l'Altro possa ricorrere alla legge è semplicemente impossibile.
Se i difensori della sharia dovessero arrivare a me prima che la polizia li raggiunga, ricordatevi che chi esalta la violenza non va solo contro ogni religione, ma contro ogni umanità.
Capisco la sorpresa di Aldo Torchiaro. Probabilmente non lo sapeva che non esiste, ancora, una legge, che vieti ai meticci di avere giustizia.
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