venerdì, novembre 09, 2007

Pericolosi terroristi

Post originale tratto dal blog Kelebek di lunedì, 29 agosto 2005
A proposito del caso Chianciano, metto sul blog anche queste notizie. Credo che molti vorranno informarsi direttamente su quello che sta succedendo. Potete chiedere di ricevere il notiziario di Iraq Libero mandando una mail a iraqlibero@email.it.

Comunicato stampa del comitato organizzatore della Conferenza di Chianciano


CHI SONO GLI IRACHENI A CUI FINI NEGA IL VISTO


Considerato che la Farnesina ha dichiarato di non aver concesso il visto a 4 esponenti iracheni, previsti tra i relatori della conferenza internazionale di Chianciano, pubblichiamo l’elenco completo dei visti richiesti al Ministero degli Esteri e presso le ambasciate di Bagdad, Damasco e Sanaa.

E’ bene che tutti conoscano chi sono realmente quelli che per Fini, dopo la lettera dei 44 parlamentari USA, sono diventati “personaggi pericolosi”.

-Sheikh Jawad al KHALESI, leader del Iraqi National Foundation Congress; professore universitario sciita che si è opposto alle elezioni farsa del 30 gennaio. Sta cercando di formare un fronte politico interconfessionale dell’opposizione. E’ già intervenuto diverse volte all’estero ed anche in Europa.

- Ayatollah Sheikh Ahmed al BAGHDADI, una delle più importanti autorità religiose sciite. Sua la frase: “Dio è un operaio e un contadino”.

- Salah al MUKHTAR, già ambasciatore iracheno in India e Vietnam. Importante intellettuale dell’ambiente nazionalista-progressista. Attualmente esiliato in Yemen, collabora con numerosi giornali arabi.

-Sheikh Hassan al ZARGANI, Portavoce internazionale del movimento di Muqtada al Sadr e editore del giornale Hawza chiuso dagli americani. Attualmente esule in Siria.

-Mohamad FARIS, Comunista patriottico iracheno residente in Siria. Sta lavorando per l’unificazione delle forze della Resistenza.

-Ibrahim al KUBAYSI, Medico di Falluja, fratello del segretario dell’Alleanza Patriottica Irachena, rapito dagli americani il 4 settembre 2004. Anch’egli ha già avuto modo di lasciare alcune volte l’Iraq.