La Ragazza Sfasciafamiglie, il Branco di Pera e il Pianista Kamikaze
Post originale tratto dal blog Kelebek di mercoledì, 24 agosto 2005
Il banner - che vi invito calorosamente a copiare anche sui vostri blog o siti - è merito di Mauro Biani e di Lia di Haramlik, che è intervenuta sulla questione del Convegno internazionale sull'Iraq che 44 deputati americani hanno chiesto di vietare.
Sono due giorni di seguito che compro il quotidiano Libero. Per rinfrescare la memoria, Libero è il giornale che scrisse in prima pagina che io, modesto traduttore di manuali tecnici, avevo come obiettivo segreto "la decapitazione del David di Donatello, l’imbrattamento della Sala di Palazzo Vecchio, la devastazione con furto degli Uffizi”.
In realtà, se non mi desse fastidio finanziarli, un giornale così lo comprerei tutti i giorni.
Invece, lo prendo perché da due giorni, la Conferenza Internazionale Lasciamo in Pace l'Iraq (Chianciano, 1-2 ottobre 2005) occupa la prima pagina (assieme ad articoli come "Sì, sono io la ragazza sfasciafamiglia" e "Come sono uscito dal triangolo d'amore"), e anche qualche pagina interna.
I giornalisti cialtroni questa volta si chiamano Mattias Mainiero, Brunella Bollolli e soprattutto Francesco Ruggeri, Francesco Ruggeri è proprio lo stesso signore che il 20 luglio scorso proponeva di chiudere il Centro internazionale di fisica di Trieste (ICTP), dedicato ad astruse ricerche teoriche, perché, a suo dire, "“L’Italia insegna agli islamici come fare la bomba atomica”. I fisici hanno risposto con un articolo che inizia, "Un cretino si aggira per la stampa italiana".
Il cretino, cioè Francesco Ruggeri, questa volta ha un asso nella manica: "soldi raccolti in Italia per i terroristi: ecco il documento", scrive il titolista. Il "documento" che Ruggeri pretende di avere scoperto era già linkato su questo blog dal 10 agosto. E comunque è stato segnalato alcuni giorni fa in una conferenza stampa tenuta proprio dagli organizzatori del Convegno che Ruggeri attacca: si tratta della richiesta da parte di 44 deputati americani perché l'Italia vieti un convegno tenuto sul suolo italiano.
Nella lettera, come abbiamo già detto, si parla della raccolta di fondi per la resistenza irachena, che ha fruttato in tutto 12.000 Euro.
I soldi dovevano servire per la costituzione di un organo di stampa della resistenza, cosa resa impossibile a causa dell'arresto, compiuto dagli americani il 4 settembre del 2004, del segretario dell'Alleanza Patriottica Irachena, Jabbar al-Kubaysi. Mentre nessuno sa dove si trovi oggi al-Kubaysi, scomparso nel nulla come decine di migliaia di iracheni, si sa invece perfettamente dove stanno i soldi: fermi su un conto corrente postale italiano, bloccati peraltro da un'inchiesta della polizia postale.
I soldi raccolti in altri paesi, invece, sono stati usati per inviare due (documentatissime) tonnellate di medicinali nella martoriata provincia di al-Anbar.
Tutto questo si trasforma, nella moltiplicatoria fantasia di Francesco Ruggeri, nella "bellezza di 350 mila dollari". Avete capito bene: 12.000 euro, al cambio suo, fanno 350.000 dollari.
Francesco Ruggeri invita quindi tutti i lettori di Libero a inondare le Poste italiane di messaggi di protesta per chiudere il conto. Cosa che la polizia postale ovviamente non permetterebbe, ma certi giornalisti ragionano così.
Il giorno dopo, Libero riparte all'attacco, in prima, seconda, terza e quarta pagina, facendo un'unica polpetta di:
- "Nessuno si muove per bloccare la colletta a favore dei terroristi"
"Branco di clandestini violenta un'italiana"
"Nel metrò di Milano nessun ostacolo per ladri (e terroristi)"
Bisogna dire che sono proprio bravi. Non dicono esattamente che a Chianciano gli ospiti del convegno violentino le ospiti, ma creano un miscuglio inestricabile tra i tre temi nella testa del lettore: solo leggendo attentamente gli articoli, si scopre che il "branco di clandestini" è composta da un casertano, due moldavi, un russo, un rumeno e un ucraino. Sicuramente sono tutti cristiani nel particolarissimo senso in cui sostiene di esserlo Marcello Pera (a proposito di Marcello Pera, date un'occhiata al blog di Paniscus oggi).
Questa volta, Libero chiama a raccolta anche Margherita Boniver, Gustavo Selva, e il sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino, tutti mobilitati - almeno a dire di Brunella Bollolli - contro il convegno di Chianciano e i suoi organizzatori. Alfredo Mantica, sottosegretario agli esteri, dimostra tutta la propria cultura geografica con una battuta: "Il campo anti-imperialista? Se lo facciano a casa loro". Gli organizzatori della conferenza sono prevalentemente italiani.
Libero richiama in servizio il vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Lucio Malan, il mitico "pianista" parlamentare, che già nel 2003 si era unito alla canea ululante contro chi sosteneva la resistenza irachena: un fronte composito per impedire un altro convegno. L'incredibile fronte rosso-azzurro contro il convegno andava da Carlo Taormina a Fausto Bertinotti, da Magdi Allam a Fulvio Grimaldi, da Bruno Vespa a Piero Fassino, da Marco Taradash a Paolo Mieli. A farne parte, non ci si doveva sentire proprio soli.
Evidentemente il tempo ha un effetto strano sulla memoria dei giornalisti, o almeno su quella di Francesco Ruggeri, visto che trasforma il pianista Lucio Malan in un solitario kamikaze:
"Un politico a suo modo 'kamikaze', se è vero che il 17 novembre del 2003 ha trovato il coraggio di mettersi da solo contro le schiere dei filo resistenti, rossi e islamici"
Il "pianista kamikaze" Lucio Malan, immortalato mentre vota per un collega assente
Etichette: casta, chianciano, giornalisti cialtroni, iraq, resistenza
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