mercoledì, novembre 07, 2007

Tappetini umani

Post originale tratto dal blog Kelebek di venerdì, 19 agosto 2005

Qualche giorno fa, abbiamo raccontato di come quarantaquattro membri della camera dei deputati degli Stati Uniti abbiano ingiunto all'ambasciatore italiano a Washington, tale Sergio Vento, di impedire un convegno che si deve svolgere in Italia, a Chianciano Terme, il 1-2 ottobre.

Un convegno che avrebbe visto insieme esponenti di varie correnti irachene ostili all'occupazione. Persone che agiscono alla luce del sole in Iraq, e che rappresentano, insieme, diversi milioni di loro connazionali.

Fino a qualche giorno fa, le notizie da Baghdad erano, che l'ambasciata stava per rilasciare i visti. Dopo la lettera dei quarantaquattro, arriva la notizia che i i visti non verranno concessi.

All'ambasciata hanno avuto anche la cortesia, o l'ingenuità, di spiegare perché: per decisione politica del Ministero degli Affari Esteri.

A questo punto, un gruppo di esponenti intellettuali e politici, italiani e non, hanno lanciato una petizione:


"I sottoscritti, di fronte a questa gravissima ingerenza negli affari interni del nostro paese che calpesta i diritti democratici sanciti dalla Costituzione, chiedono al Ministero degli Esteri a al governo italiano di garantire il rilascio dei visti richiesti."
E' evidente, ad esempio, che l'ayatollah iracheno invitato a Chianciano sarà certamente pedinato dall'attimo in cui scende dall'aereo con il suo visibilissimo barbone e turbante. E quindi non approfitterà del visto per avvelenare le aragoste che Previti tiene nella sua cantina-vasca.

Anzi, possiamo essere sicuri che l'ayatollah non ruberà nemmeno gli asciugamani all'albergo. Quindi la "sicurezza" o cose simili non c'entrano nulla.

C'entrano invece due questioni assolutamente fondamentali.

La prima è la libertà di parola e di informazione. Visto che la guerra in Iraq, e le conseguenze di quella guerra, sono uno dei principali problemi del mondo oggi, e visto che noi in quel paese siamo coinvolti direttamente, abbiamo o no il diritto di sentire una voce diversa da quella di chi ha occupato il paese violando il diritto internazionale? Il nuovo bersaglio, oggi, sono infatti gli "excuse makers", come Thomas Friedman chiama le persone che cercano di spiegare razionalmente quello che succede nel mondo. Friedman invita il Dipartimento di Stato a stilarne una "lista nera", evidentemente in vista di una repressione a livello mondiale.

La seconda questione che il caso di Chianciano tira in ballo è la sovranità nazionale.

Tempo fa, mi ricordo di aver visto in giro dei manifesti di Alleanza Nazionale che dicevano, “Una volta eravamo in pochi a chiamare Patria l’Italia ... Adesso siamo la maggioranza”.

Si sono commessi tanti delitti in nome della patria, e l'Italia patriottarda ha un bel po' di scheletri nei suoi armadi. Ma c'è un ottimo motivo per difendere la "patria" oggi: in assenza di un improbabile parlamento planetario, la nazione è l'unico livello al mondo in cui si può ancora esercitare un minimo di democrazia. Per il resto, esistono solo burocrazie non elette da nessuno, servizi segreti, trattati decisi da altri e imprese multinazionali.

Ora, in Italia i partiti che parlano di patria sono i primi a fare da tappetino umano alle ingiunzioni che arrivano da fuori.




E' un ministro di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, che calpesta la dignità nazionale bloccando i visti degli invitati di Chianciano.

Ed è un piccolo consigliere di Forza Italia che si incarica di aiutare (per parafrasare la Fallaci e Calderoli) gli stranieri a farla da padroni in casa nostra.

L'ometto in questione si chiama Angelo Pollina e siede nel Consiglio Regionale della Toscana. Dove si è reso promotore, il 10 agosto, di un'interpellanza "per negare al campo Antimperialista il convegno del 1 e 2 ottobre 2005" (in realtà il Campo Antimperialista è solo uno dei promotori del convegno). Il convegno, a dire dell'immaginifico tappetino, servirebbe "in realtà per finanziare i terroristi reclutatori di Kamikaze che si fanno esplodere contro gli eserciti di liberazione di quel Paese [l'Iraq]."

E tanto perché sia chiaro a chi si ispira costui, Angelo Pollina precisa:


"che, il 28 giugno 2005, 44 deputati del Congresso degli Stati Uniti d'America hanno scritto una lettera all'Ambasciatore italiano negli USA, Sergio Vento, per lanciare un allarme contro l'attività del Campo Antimperialista e per mettere in guardia il nostro Governo contro "chi sul suolo italiano sta pianificando una campagna di aiuto al terrorismo.""
Angelo Pollina conclude la sua antipatriottica richiesta, chiedendo al presidente della Regione di
"intervenire presso le autorità competenti in maniera tale da negare al Campo Antimperialista la possibilità di tenere in Toscana il convegno previsto per il 1 e 2 ottobre 2005."
Ma passiamo dagli uomini-zerbino a persone un po' più dignitose.

Ecco la lista dei primi firmatari dell'appello affinché il ministero degli affari esteri revochi il blocco dei visti. Persone civili, di varia estrazione, che vanno da Franco Cardini a Giorgio Bocca.


-Giorgio Bocca – Giornalista, partigiano e storico della Resistenza

-Gianni Vattimo – Filosofo ed ex parlamentare europeo

-Giulio Girardi – Filosofo e teologo della liberazione

-Samir Amin – Professore di economia a Dakar, Forum Terzo Mondo

-Luigi Cortesi – Professore emerito Università “l’Orientale”, Napoli

-Hamza Piccardo – Segretario nazionale UCOII

-Domenico Losurdo – Filosofo, Università di Urbino

-John Catalinotto – International Action Centre - Usa

-Aldo Bernardini – Docente di diritto internazionale, Università di Teramo

-Falco Accame – ex Presidente della Commissione difesa della Camera dei deputati

-Franco Cardini – Istituto Studi Umanistici, Firenze

-Carlos Varea – Coordinatore della Campagna Spagnola contro l’Occupazione e per la Sovranità dell’Iraq

-Mario Santos – Filipino Workers Association (FWA)

-Klaus Hartmann – Vicepresidente dell’Associazione mondiale dei Liberi Pensatori

-Stefano Chiarini – Giornalista de Il Manifesto

-Giuseppe Pelazza – Avvocato, Milano

-Vainer Burani – Avvocato, Reggio Emilia

-Giovanni Bacciardi - Docente universitario, Firenze

-Alessandra Kersevan – Ricercatrice storica

-Marco Ferrando - Direzione nazionale di Rifondazione Comunista

-Vener Malabanan – Co-coordinatore Philippine Peasant Support Network (Pesante)

-Alessandro Leoni - Membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista

-Andrea Catone – Membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista

-Eros Francescangeli - Storico del Movimento operaio

-Ugo Giannangeli – Avvocato, Milano

-Roberto Massari – Editore

-Gianfranco La Grassa - Economista

-Arturo P. Garcia – Coordinatore Justice for Filipino American Veterans (JFAV)

-Giancarlo Paciello – Studioso del Medio Oriente

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