mercoledì, novembre 07, 2007

Resistenza contro stragismo

Post originale tratto dal blog Kelebek di venerdì, 19 agosto 2005
Groucho mi pone una domanda importante:

vorrei che approfondissi l'affermazione che la guerra civile faccia così comodo agli Usa (io pensavo: più guerra civile, più morti tra i soldati Usa, più morti tra i soldati Usa, più bassa la percentuale di americani che appoggiano la guerra - stando ai sondaggi che piacciono tanto da quelle parti - e quindi più bassa la percentuale di appoggio al governo Bush su questo aspetto e su future altre guerre in cassetto).

Non vivo in Iraq, ma mi sembra che ci siano alcune cose fondamentali da chiarire qui.

Prima di tutto (non lo dice Groucho, ma lo dicono in molti), non è sicuramente vero che gli Stati Uniti vogliano "stabilizzare" o "ricostruire" l'Iraq. Tredici anni di embargo, e diversi documenti, dimostrano ampiamente che il loro obiettivo fondamentale è di distruggere l'Iraq, a prescindere da chi lo governa.

Perché l'Iraq non è solo un paese che ha del petrolio: dove manca la possibilità di fondare uno stato, il petrolio semplicemente se ne va altrove, come altrove vanno gli eventuali proventi.

L'Iraq è un paese che potrebbe anche usare il proprio petrolio, assieme ai suoi proventi, perché è ben popolato (non vuoto come l'Arabia Saudita, e nemmeno sovraffollato come l'Egitto), con acqua e agricoltura. E una volta aveva il miglior ceto di tecnici del Medio Oriente. Tutti ottimi motivi per distruggere questo paese, come hanno puntualmente fatto. In questo caso, gli interessi statunitensi e quelli israeliani sono identici.

La leva per farlo consiste nell'esasperare le divisioni etniche. Che esistono, ma sono estremamente complesse: alcuni clan sono in parte sunnita, in parte sciita; ci sono almeno tre correnti diversissime tra gli sciiti religiosi, mentre esiste una forte differenza tra gli sciiti delle campagne e quelli urbanizzati; centinaia di migliaia di curdi vivono a Baghdad.

Inoltre, l'Iraq ha una storia di forte politicizzazione, e quindi una stessa famiglia "sciita" può avere membri baathisti, comunisti, nazionalisti arabi...

Comunque, la strategia degli occupanti è quella di dividere il paese, impossessarsi del petrolio e chiudersi in poche basi impenetrabili, rimandando a casa il maggior numero possibile di soldati. Per farlo, devono fare in modo che gli iracheni si controllino tra di loro. Tutti gli imperi, in particolare quello inglese, hanno fatto così. Una parte degli iracheni deve quindi odiare un'altra parte degli iracheni, più di quanto odi gli occupanti.

Per fare questo, la cosa migliore sono gli attentati indiscriminati contro sciiti e contro sunniti. Senza questi attentati, la strategia americana è destinata a fallire. Non sto facendo il complottista. Non faccio come gli iracheni che dicono che al-Zarqawi è un prodotto puro e semplice dei media occidentali. Non ho idea di chi ci sia dietro quegli attentati. L'Iraq è nel caos più totale, e quindi può succedere di tutto. Dico solo che quegli attentati sono, oggettivamente, una manna per gli occupanti.

Attenzione alla parola "guerra civile", usata da Groucho. Può avere due significati completamente diversi. Può significare che sciiti, curdi e sunniti si scannano all'infinito mentre gli occupanti pompano il petrolio. Gli occupanti possono benissimo ridurre al minimo la propria presenza, a zero o quasi i propri morti e dichiarare vittoria. Mentre i media si dimenticheranno dei massacri che continuano tra iracheni.

Oppure "guerra civile" può significare una guerra degli iracheni contro i collaborazionisti e contro gli occupanti.

E' solo questa che fa morti americani, perché gli occupanti si devono esporre in prima persona, non potendosi fare scudo di qualche fazione di iracheni.

Va da sé che le diverse componenti della resistenza, dai baathisti ai comunisti patriottici, dagli ulema sunniti agli sciiti di al-Baghdadi e di Moqtada al-Sadr, hanno tutto l'interesse perché la guerra assuma questa forma, e non l'altra.

Ecco perché è fondamentale distinguere tra gli attacchi alle truppe americane e ai collaborazionisti da una parte; e queste orrende stragi indiscriminate e misteriose, queste piazzefontana che avvengono sempre più spesso in Iraq.

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