martedì, novembre 06, 2007

Parole chiare

Post originale tratto dal blog Kelebek di sabato, 30 luglio 2005

"Ci vogliono uccidere tutti solo perché non siamo della loro religione" "vogliono colpire la basilica di San Pietro e pure la Torre di Pisa" "ci odiano perché odiano la nostra libertà" "al Qaeda colpisce ancora" "dietro la rete del terrore, i miliardi di Bin Laden" …

Ed ecco finalmente il volto confuso e la canottiera di Osman Hussein, un vero terrorista, catturato a Roma. Il Nemico.

La Repubblica ("Non volevamo colpire l'Italia", 30.07.05, p. 3) riporta le sue prime dichiarazioni, che sono molto chiare. Prima di tutto, dice che lui e i suoi compagni hanno agito per imitazione dei pakistani che il 7 luglio avevano colpito Londra: "non volevamo uccidere, solo seminare terrore". Può essere vero, o può essere semplicemente una mossa difensiva.

Certamente dice il vero quando afferma che "non abbiamo mai avuto contatti con l'organizzazione di Bin Laden". Doveva essere ovvio a tutti, tranne che a ritardati mentali, politici e giornalisti, che se nemmeno la CIA riesce a rintracciare Bin Laden, la cosa dovrebbe essere ancora più difficile per un gruppo di disoccupati somali in Inghilterra.

Ma arriviamo al punto fondamentale, in cui l'arrestato racconta delle riunioni del piccolo gruppo di disgraziati, che si svolgevano in un sottoscala di Notting Hill. E dove dimostra, in maniera molto semplice, come persone rispettabili come Marcello Pera e Tony Blair mentano apertamente e pubblicamente, quando fantasticano sul complotto dei "fanatici religiosi" con cui non c'entrerebbe nulla l'avventura irachena:


"Più che pregare si discuteva. Lavoro, politica, la guerra in Iraq. Muktar aveva sempre nuovi filmati sulla guerra in Iraq. Ci mostrava soprattutto quelli in cui si vedono donne e bambini uccisi dai soldati inglesi o americani. O vedove, madri e figlie che piangono."
La lezione è sempre quella: odiatelo pure, ma per quello che è, non per quello che pensate che sia.

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